Intervista Losca con Mambo Jack e DJ Tussi
KLD, il mondo di Edoardo R. Nel suo nuovo EP di musica elettronica troviamo influenze dubstep, metal, trap, rock... una serie di cinque pezzi che permette di immergersi nella realtà dell'artista e spaziare tra più generi e singolari sonorità.
Trascrizione dell'intervista a Edoardo R. curata da Mambo Jack e DJ Tussi.
Ad oggi, su Spotify e altre piattaforme di music sharing è presente un tuo EP, KLD, uscito il 23 agosto 2020. Ascoltando le varie tracce e anche, banalmente, leggendone i titoli, ci siamo fatti alcune domande che ci piacerebbe sottoporti. Partendo proprio dai titoli, ognuno di essi è composto da tre lettere; c’è un significato particolare dietro a questa scelta?
Io, per quanto col tempo mi sia spostato verso altri generi, vengo dal mondo metal, quindi ho sempre cercato di portare nelle tracce finite qualcosa della traccia provvisoria, ad esempio di una demo. Ho sempre ascoltato molto i Metallica che, tra l'altro, spesso pubblicavano in copia fisica le loro demo dopo aver fatto uscire il disco ufficiale. E ho sempre notato che loro inserivano all'interno della release ufficiale qualche idea che era sorta lavorando alle tracce e, in ogni caso, c'era sempre qualcosa di derivato dall'esperienza. Comunque, da quando ho cominciato a lavorare alle tracce (da marzo a luglio), ho avuto l'idea di chiamarle utilizzando acronimi e nomi abbreviati. Da qui viene l'idea di chiamare il disco KLD, quindi utilizzando una sigla. Per quanto riguarda i significati, i nomi di alcune tracce hanno il proprio, mentre altre ne sono essenzialmente prive. La prima, BLA, ha un significato che definirei "divertente", difatti sta per Beat Leggermente Aggressivo. La seconda, Dab, non ha nulla a che fare col gesto; mi piaceva semplicemente il modo in cui suonava. La terza, RLX, sarebbe relax, poiché dovrebbe produrre una sorta di rilassamento che porta nel mio mondo; difatti, con questo EP ho cercato di riprodurre attraverso i suoni la mia realtà. La quarta traccia, DUK, non ha nessun senso, mentre GTS sta per Guitar Track Song. L'ultima, CPU è quella che ha un senso più profondo e strettamente legato al beat. Difatti l'acronimo sta per Canzone Per Ustica; io ho sempre voluto ricordare le stragi, infatti l'11 settembre è uscita una traccia che ricorda la strage delle torri gemelle. CPU è una delle tracce più vecchie dell'EP, perché è stata fatta a fine marzo in occasione della mia visita al museo in ricordo della strage di Ustica.
L’EP presenta anche due featuring, uno con Rowan e l’altro con il chitarrista Gianluca Virdis. Entrambi, tra l’altro, sono stati nostri ospiti qui sul podcast. Com’è stato lavorare con due musicisti dalle inclinazioni e specializzazioni, immagino, molto diverse tra loro? Com’è nata l’idea (secondo me davvero ben realizzata e ben riuscita) di inserire un assolo di chitarra elettrica all’interno di un pezzo interamente elettronico?
Con Giovanni (Rowan) ho co-prodotto la seconda traccia, Dab, lavorando a distanza. Essendo in quarantena, difatti, l'abbiamo realizzata comunicando su Skype. Era una delle mie prime esperienze in ambito di produzione musicale, dunque mi è sembrato giusto inserirla nell'EP. Per quanto riguarda la collaborazione con Gianluca Virdis, invece, è nata dopo un mio tentativo di realizzare un assolo sul beat GTS, ma, non essendo bravo come lui, mi sono reso conto che, forse, avrei abbassato il livello del pezzo invece di alzarlo; a quel punto, allora, ho contattato Gianluca, gli ho inviato la sua parte e abbiamo registrato l'assolo. Pensa che ancora oggi lo ascolto spesso, mi piace davvero molto!
Spostando un attimo il focus sull’attività pre-EP, abbiamo notato che sul tuo canale YouTube sono presenti alcune cover. Per citarne qualcuna: Tones and I – Dance Monkey [Edoardo R. RMX] e Billie Eilish - Bad Guy [Edoardo R. RMX]. Partendo da questo vorremmo chiederti se ci sono alcuni musicisti, compositori, cantanti, dai quali prendi particolarmente ispirazione o che, in generale, ti piace molto ascoltare.
Io sono dell'idea che definire la propria identità musicale sulla base di un'ispirazione tratta da qualche cantante o un determinato genere sia riduttivo. Un musicista dovrebbe definirsi in base al proprio gusto e non sulla base di ciò che ascolta. Di solito le due cose vanno a braccetto, ma non per forza. Io, ad esempio, ascolto Rock, Metal, Pop, Trap, Rap, musica elettronica, Jazz, classica, quindi spazio molto, sia per quanto riguarda i generi, che per quanto riguarda gli artisti (su Spotify penso di avere più di 500 artisti salvati) e, infatti, penso sia giusto trarre qualcosa da più generi possibili. Ora va di moda tra i giovani produttori italiani cercare di copiare tha Supreme, soprattutto le sue vecchie strumentali e questo, sicuramente, non porterà a creare qualcosa di nuovo. Quindi meglio non focalizzarsi su un artista solo, su un genere solo, ma essere di ampie vedute.
Spostandoci ancora più indietro, sappiamo che suoni da tempo la chitarra elettrica e che sei iscritto ai corsi Jazz del conservatorio di Ferrara. L’attività del chitarrista si concilia con quella del producer? La tua pregressa formazione teorica è stata utile per poter arrivare a comporre ai livelli che hai raggiunto?
Se l'attività del producer si concilia con quella del chitarrista? Se devo dire la verità sono più orientato verso il no... Passo molto tempo a produrre e ci dedico veramente molte energie, quindi mi capita anche di stare una settimana senza toccare la chitarra. Dunque, nonostante abbia mantenuto il focus sulla musica sono momentaneamente uscito dal focus sulla chitarra, anche perché ho cambiato genere, quindi non avrebbe più molto senso continuare su quella strada lì. Per quanto riguarda la formazione teorica penso non sia solo importante, ma fondamentale. Sono dell'idea che quando si inizia a produrre, se non si hanno già delle basi teoriche si arriva a scontrarsi contro due muri: quello della produzione e quello della teoria musicale; io mi ero già scontrato precedentemente con quello della teoria e quindi mi sono trovato molto facilitato avendo frequentato un anno di conservatorio.
Oltre ai Remix strumentali che hai realizzato e pubblicato su YouTube, su IGTV è da poco presente una cover chitarra e voce della canzone Sweet Dreams, pezzo di Achille Lauro che riprende il classico new-wave degli Eurythmics. Nel futuro di Edoardo R. ci saranno anche pezzi cantati?
Vi dico subito che vorrei iniziare a cantare. Con la voce sono già a buon punto, ovviamente non mi definisco un cantante professionista, però l'intonazione ce l'ho; è chiaro che per arrivare ad avere un buon timbro devo lavorare molto. Il problema principale risiede nella fase di scrittura... scrivere mi viene molto difficile, nella maggior parte dei casi non so bene di cosa parlare oppure scrivo cose che non ascolterei nemmeno se le sentissi.
Come abbiamo fatto con Rowan, vorremmo chiederti, se possiamo, come è nata la tua passione per la produzione musicale, in che modo ti sei approcciato ad essa e quale programma utilizzi attualmente per comporre e mixare i pezzi.
Mi sono avvicinato alla produzione nello stesso modo in cui mi sono avvicinato al rap. Premetto che ho cominciato ad ascoltare musica all'alba dei sedici anni e, solo un anno dopo, ho deciso di cimentarmi nello studio della chitarra; ci sono persone che, magari, ascoltano musica per cinquant'anni e non hanno mai toccato uno strumento, mentre io ho sempre sentito il bisogno di fare quello che sento. Per quanto riguarda la produzione è successa la stessa cosa: quando ho iniziato ad ascoltare rap ho subito avvertito il bisogno di fare qualcosa in quel mondo e quindi ho iniziato così. Ho iniziato seriamente a produrre a gennaio 2020.
Da come abbiamo potuto capire da quest'intervista sei un artista che potremmo definire poliedrico perché ti cimenti in più generi musicali e addirittura diversi tipi di suono, ma c'è un intento preciso dietro ad ogni suono e ad ogni genere musicale? Hai parlato, ad esempio, della musica rap e di quella elettronica: c'è una differenza di espressione e di significato che dai a questi due generi?
Dal punto di vista sonoro il fatto di trattare generi diversi ha, ovviamente, le sue differenze, però, per quanto mi riguarda, non ne ha dal punto di vista espressivo, è sempre qualcosa che è nella mia testa e che voglio realizzare usando la musica. Quindi per me non c'è una differenza esagerata tra i diversi generi. Essere poliedrico è una cosa che mi caratterizza, ma su cui non punto, perché quando sento di avere l'ispirazione apro Ableton, che è la daw che uso, e compongo seguendo l'idea iniziale; il mio intento non è quello di pensare a tavolino a che genere produrre, il tutto nasce sempre da qualcosa che sento.
Ci piacerebbe sottoporre anche a te una questione di cui abbiamo parlato con diversi artisti e gruppi con cui abbiamo fatto due chiacchiere qui su Intervista Losca durante la quarantena e che è stata sollevata parlando con i membri di una band che hanno fatto l’ardita scelta di pubblicare il loro primo EP esclusivamente in formato CD. Quale deve essere, secondo te, il rapporto tra la produzione musicale e gli store digitali? Come, secondo te, i social network stanno influenzando il mondo della musica?
Sicuramente i social network stanno influenzando enormemente il mondo della musica, perché, già da quando fu rilasciato il primo iTunes nei primi anni 2000, la possibilità di comprare pezzi singoli senza acquistare l'intero album è stata un po' una rivoluzione. Si pensi, poi, all'arrivo di Spotify... comunque, secondo me, ormai non ha più senso pubblicare un disco solo in formato cd, perché la fruizione è limitatissima, la differenza è abissale. Ormai il musicista guadagna se è conosciuto.
Ascoltando con attenzione il monologo che hai scritto e recitato e, poi, pubblicato su Instagram, abbiamo capito come il tuo primo EP ti abbia permesso di trasmettere il rapporto controverso, ma intenso, che hai con la musica e con la sua produzione nello specifico. Ovviamente senza fare eccessivi spoiler, dopo questo EP per te molto importante e dopo il tuo prossimo tributo all’11 settembre (da poco annunciato su Instagram) cosa ci dobbiamo aspettare da Edoardo R.?
Ovviamente non voglio fare spoiler dei nomi degli artisti con cui sto collaborando, ma ho vari progetti all'attivo. Uno di essi punta sulla musica elettronica, uno in collaborazione con un rapper e un altro con un produttore, anche se sono tutti progetti nascenti. Oltre a questi ho un'altra serie di progetti personali, quindi, secondo me, a meno che non mi succeda qualcosa finita l'intervista - speriamo proprio di no - tra l'altro sono super ottimista, quindi questa battuta nemmeno mi rappresenta, comunque penso ci sia molto da aspettarsi da me.
Radio Losca - tratto da: Intervista a Edoardo R., presente su Spotify e molte altre piattaforme di podcast sharing. Tutti i diritti riservati ©
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